Se dopo 30, 40 anni si continua ad insegnare si potrebbe pensare che la pratica abbia acquisito la qualità del trasmettere.
Può far intendere anche che qualcosa sia stato trovato, reperito o meglio rintracciato, visto che di Via si parla.
Tracce che fanno intuire un tessuto comune, un tessuto di cui é fatto il mondo, che collega, mette in contatto.
Insegnare, stare nella relazione terapeutica per poter trasmettere un'essenza a lungo ricercata. A un certo punto la ricerca in sé diviene un modo per stare e per comunicare.
Chi sa non parla e chi parla non sa.
Ritengo che sia fondamentale muoversi, dedicandosi alle pratiche che non solo portano alla consapevolezza mente-corpo-cuore ma aprono alla chiarezza illuminante dell'essere uno con ciò che sembra circondarci e che ritroviamo dentro noi tutti.
E' possibile affinare e decantare il vitale in sé, è urgente disincagliare la vitalità ritrovando la molla più intima dell'energia. Così si esprimono i testi classici cinesi così come vengono trasmessi da François Jullien.
Ciò che desidero proporre è nato da esperienze dirette con i Maestri che in Giappone, ma anche in India e in Sud America mi hanno trasmesso shin den shin, da mente a mente e da cuore a cuore, al di là dei testi scritti e facendo riferimento a tradizioni molto antiche.
Insegnamenti che ho fatto decantare e respirare in me, ritrovando la qualità profondamente ecologica del sentimento del far parte, grazie alla nostra umanità (ren) di un ampio contesto che in cui i confini appaiono inutili.
La pratica si fa qui e ora, in Occidente quindi e tiene conto della specificità di ogni individuo, della sua creatività e degli specifici bisogni che possono portare le persone a ricercare cura, attenzione,
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