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Non ci sono parole per trasmettere l’incommensurabile senso di gioia,
l’amore per la vita, 
l’incanto per l’esistenza che avvolge l’essere umano che danza."    Trudi Schoop

 

 

 

 

 


         La DanzaMovimentoTerapia tra Oriente e Occidente è la danza nella sua forma più semplice: il linguaggio delle emozioni profonde. Permette l'espressione risorse nascoste e fa scoprire la libertà dell’esistere pienamente.

         La Danzaterapia recupera l’essenza di riti antichi e ha codificato la possibilità di “curarsi danzando” anche oggi. Essa rientra nella più ampia categoria delle terapie espressive, nelle quali l’atto creativo è visto come possibilità di cura e di trasformazione.

 

         Nell'atto danzato si sciolgono anche i nodi del tempo passato. Anche solo pochi incontri possono bastare per un percorso di scoperte creative in un contesto accogliente e mai giudicante.

Nell’azione creativa della danza si realizza un percorso di trasformazione nella continuità, un cammino nella spiritualità del corpo.

Danzare, infatti, è una facoltà che appartiene a ogni persona e permette di esprimere e di vivere profondamente la propria corporeità.
 

Curarsi danzando è una pratica antica, che affonda le sue radici nella dimensione del sacro. Lo sciamano danza, il rituale cura, gli strumenti musicali evocano il battito cardiaco: è la visione di un mondo antico, “primitivo” – ma forse dovremmo dire “originario” - che sicuramente affascina e tocca verità profonde.  


Quando danziamo, celebriamo la nostra esistenza. Quando danziamo con consapevolezza, diamo spazio e ritmo a sensazioni, emozioni, esperienze personali diverse. Gli sguardi possono metterci in relazione, i gesti possono creare legami: la Danzaterapia grazie alla dimensione riattivante del corpo-cuore (corpo-mente), ossia il tutt’uno che è ogni essere umano, fa di queste possibilità un percorso terapeutico.  (Cerruto,E. Metodologia e pratica della DMT. Milano: FrancoAngeli 2018)

 


CHI pratica la danzaterapia?


Persone diverse per età e problematiche trovano nella danza che si fa terapeutica la soddisfazione di darsi lo spazio e il tempo per esprimersi. non sempre e non per forza nell'estroversione.

Il tempo per stare in ascolto di sé e degli altri é sempre rispettato nella sua unicità.

Ognuna/o lavora con il proprio Limite in base agli stimoli dati dal Danzaterapeuta con cura e attenzione. 

Scarsa autostima, affaticamento, stress tecnologico, dispercezione corporea, dolori articolari, cefalee, depressioni di diverso tipo sono tra i disturbi che, come una sorta di “zattere”, conducono le persone a scegliere di  condividere un percorso di Danzaterapia. Persone con patologie più gravi quali anoressia o tumori o disturbi psichiatrici trovano nel setting ritualizzato e accogliente uno spazio creativo in cui confidare le proprie aspirazioni e danzarle.

 

Per molte persone si sono verificati attimi di apertura alla dimensione spirituale, in cui il dolore è stato vissuto come sorgente di comprensione per sé e per gli altri. Man mano che il percorso procede il microcosmo interno di ognuno cambia. La persona sin dai primi incontri sente riattivarsi il naturale e sano piacere di muoversi e  contemporaneamente vede mutare gli altri  imparando a sentirsi parte di una sorta di paesaggio in continuo mutamento. (Cerruto,E. Metodologia e pratica della DMT. Milano: FrancoAngeli 2018)

COME si pratica la danzaterapia?


In gruppo o in sessioni individuali.

Nell'ottica dell'integrazione e dell'accoglienza della persona così come é, nel suo particolare e unico modo di manifestare la sua esistenza.

Il sentimento di separazione non solo tra sé e gli altri ma anche tra diversi aspetti di una stessa persona viene gradualmente a cadere nel setting creativo e soprattutto non giudicante della Danzaterapia.

Ogni persona si esprime nella direzione dell’autenticità e nell’accettazione dei cambiamenti possibili per sé e per l’altro. Questo rispecchiamento avviene sia nei momenti danzati che nel cerchio di condivisione.


Le persone che partecipano agli incontri vengono da “fuori”, dalla visione di un paesaggio “esterno” vissuto spesso negativamente. Il macrocosmo è chiaramente vissuto come esterno a sé: la città con i suoi ritmi incalzanti, l’ambiente di lavoro vissuto come forzato in un contesto spesso competitivo o che non permette di mostrare la propria autenticità a cui consegue il fatto di non sentirsi rispecchiato e di sentire grande divario tra sé e il mondo. Poco prima del rituale d’inizio, cambiando i vestiti si tolgono gli ingombri e la polvere del “fuori”; anche i piedi ritornano alla loro nudità e possono camminare nuovi passi forse più liberi, sicuramente più consapevoli.


DURATA:

 

L’incontro di danzaterapia (o “gruppo esperienziale”) ha una durata minima di un’ora.

 

Si apre e si conclude seduti in cerchio, con un momento di condivisione verbale – ma chi preferisce, può restare in silenzio.

          
LE PERSONE DICHIARANO di sentirsi profondamente cambiate, di uscire diverse, si chiedono con stupore come andrà la settimana a seguire. E
ntrano nella sala danza con un senso di stupore, talvolta sono esitanti, spesso riferiscono: “Non so mai che cosa aspettarmi, cosa mi si muoverà dentro? Qualche volta vorrei quasi non venire e poi, non so come, malgrado gli scioperi dei mezzi pubblici, i ritardi e diversi disagi, non so come, mi ritrovo qui e non vorrei essere da nessun’altra parte!”.


Al mattino al risveglio mi sentivo le cellule rinnovate ed il sangue che circolava meglio… era proprio un “sentimento degli organi.


Al lavoro mi sentivo diversa, mi ritrovai inspiegabilmente a canticchiare, anche con i colleghi le relazioni si fecero come più leggere… sembrava che anche loro si fossero accorti... ma allora in realtà non c’è differenza tra spazio interno ed esterno!”

Non rinuncerei al mio giovedì sera per nulla al mondo!

Molto più intenso di quanto pensassi! Grazie a tutte, al gruppo, alla terapeuta. E' iniziato per me un nuovo cammino. Chissà l'anno prossimo!

Ho deciso che vorrei aiutare le altre persone a scoprire tutto questo. Quando inizia la Formazione?

Mi sono iscritta al gruppo serale due anni fa per DCA di cui soffrivo dall'età di 11 anni. Il gruppo mi ha aiutata a rivivere momenti emblematici della mia vita. Sono rinata, anche le mie paure sono scomparse. Voglio diventare danzaterapeuta!

 

Ho sempre voluto danzare ma non ho mai potuto. Ora sono in pensione e non osavo iscrivermi ma poi pensai che fosse un passatempo divertente e provai per 3 sessioni. Incredibile alla mia età danzare così! Mi iscriverò anche quest'anno! E' stato utile anche nella vita quotidiana, è molto più di un passatempo. E' un'esperienza di vita.

E' un po' come portar fuori attraverso il movimento, anche piccolo e semplice, ciò che a volte rimane troppo chiuso, inespresso e compresso.

 

Stasera la musica era fa-vo-lo-sa. L'ho sentita con la mia pelle!

danzaterapeuta e paziente

© 2015 by Monica Curioni. Consulenza testi: Benedetta Tobagi. Proudly created with Wix.com

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