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"Non ci sono parole per trasmettere l’incommensurabile senso di gioia,
l’amore per la vita, l’incanto per l’esistenza che avvolge l’essere umano che danza."
    

 

                                                                                                                                                                                       Trudi Schoop
Danzaterapia: la cura del Corpo-Cuore.  

 
La DanzaMovimentoTerapia tra Oriente e Occidente permette l'espressione di emozioni, pensieri, risorse nascoste e fa

scoprire la libertà dell’esistere pienamente.

E’ la danza nella sua forma più semplice: il linguaggio delle emozioni profonde.

Nell’azione creativa della danza si realizza un percorso di “trasformazione nella continuità”, un cammino nella spiritualità del corpo. Danzare, infatti, è una facoltà che appartiene a ogni persona e permette di esprimere e di vivere profondamente la propria corporeità. La danza quando esce da schemi e strutture libera una grande energia pulsionale.
Curarsi danzando è una pratica antica, che affonda le sue radici nella dimensione del sacro. Lo sciamano danza, il rituale cura, gli strumenti musicali evocano il battito cardiaco: è la visione di un mondo antico, “primitivo” – ma forse dovremmo dire “originario” - che sicuramente affascina e tocca verità profonde.   Che la danza possa divenire un mezzo di cura è un concetto affascinante, ma sicuramente non scontato, nel tempo presente.
La Danzaterapia recupera l’essenza di riti antichi e ha codificato la possibilità di “curarsi danzando” anche oggi. Essa rientra nella più ampia categoria delle terapie espressive, nelle quali l’atto creativo è visto come possibilità di cura e di trasformazione. Lo spazio-tempo della danza, in cui si mescolano il senso del limite e il sentimento della trascendenza, diviene un inesauribile viaggio di ricerca e crescita.
Quando danziamo, celebriamo la nostra esistenza. Quando danziamo con consapevolezza, diamo spazio e ritmo a sensazioni, emozioni, esperienze personali diverse. Gli sguardi possono metterci in relazione, i gesti possono creare legami: la Danzaterapia grazie alla dimensione riattivante del corpo-cuore (corpo-mente), ossia il tutt’uno che è ogni essere umano, fa di queste possibilità un percorso terapeutico.  La Danzaterapia ci permette di portar fuori attraverso il movimento, anche piccolo e semplice, ciò che a volte rimane troppo chiuso, inespresso e compresso. Nel tempo presente dell'atto danzato talvolta si sciolgono i nodi del tempo passato. Anche solo pochi incontri possono bastare per un percorso di scoperta di risorse talvolta nascoste, ma appartenenti a tutti.

Chi pratica la danzaterapia?
Persone diverse per età e problematiche trovano nella danza che si fa terapeutica la soddisfazione di darsi lo spazio e il tempo per esprimersi. non sempre e non per forza nell'estroversione.

Il tempo per stare in ascolto di sé e degli altri é sempre rispettato nella sua unicità. Ognuno lavora con il proprio Limite in base agli stimoli dati dal Danzaterapeuta con cura e attenzione. 

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Gli utenti entrano nella sala danza con un senso di stupore, talvolta sono esitanti, spesso riferiscono: “Non so mai che cosa aspettarmi, cosa mi si muoverà dentro? Qualche volta vorrei quasi non venire e poi, non so come, malgrado gli scioperi dei mezzi pubblici, i ritardi e diversi disagi, non so come, mi ritrovo qui e non vorrei essere da nessun’altra parte!”.
Scarsa autostima, affaticamento, stress tecnologico, dispercezione corporea, dolori articolari, cefalee, depressioni di diverso tipo sono tra i disturbi che, come una sorta di “zattere”, conducono le persone a scegliere di  condividere un percorso di Danzaterapia. Persone con patologie più gravi quali anoressia o tumori o disturbi psichiatrici trovano nel setting ritualizzato e accogliente uno spazio creativo in cui confidare le proprie aspirazioni e danzarle.

Per molte persone si sono verificati attimi di apertura alla dimensione spirituale, in cui il dolore è stato vissuto come sorgente di comprensione per sé e per gli altri. Man mano che il percorso procede il microcosmo interno di ognuno cambia. La persona sin dai primi incontri sente riattivarsi il naturale e sano piacere di muoversi e  contemporaneamente vede mutare gli altri  imparando a sentirsi parte di una sorta di paesaggio in continuo mutamento.
Negli anni ho lavorato con diverse utenze specifiche, v.pagina Danzaterapia in atto: bambini, disabili sensoriali, persone con disagio psichico, detenute, pazienti oncologici, sempre nell'ottica dell'integrazione e dell'accoglienza della persona così come é, nel suo particolare e unico modo di manifestare la sua esistenza.


Come si pratica la danzaterapia?
In gruppo. Il sentimento di separazione non solo tra sé e gli altri ma anche tra diversi aspetti di una stessa persona viene gradualmente a cadere nel setting creativo e soprattutto non giudicante della Danzaterapia.
Le persone che partecipano agli incontri vengono da “fuori”, dalla visione di un paesaggio “esterno” vissuto spesso negativamente. Il macrocosmo è chiaramente vissuto come esterno a sé: la città con i suoi ritmi incalzanti, l’ambiente di lavoro vissuto come forzato in un contesto spesso competitivo o che non permette di mostrare la propria autenticità a cui consegue il fatto di non sentirsi rispecchiato e di sentire grande divario tra sé e il mondo. Poco prima del rituale d’inizio, cambiando i vestiti si tolgono gli ingombri e la polvere del “fuori”; anche i piedi ritornano alla loro nudità e possono camminare nuovi passi forse più liberi, sicuramente più consapevoli.
L’incontro di danzaterapia (o “gruppo esperienziale”) ha una durata minima di un’ora. Si apre e si conclude seduti in cerchio, con un momento di condivisione verbale – ma chi preferisce, può restare in silenzio. Nel corso dell’incontro, si alternano momenti di lavoro da soli, in cui ci si relaziona con lo spazio interno ed esterno, con le diverse qualità della musica, con i materiali usati come stimolo, a momenti di incontro e contatto con gli altri. Nelle diverse forme del contatto, possono rispecchiarsi nella continuità delle relazioni non giudicanti.
La dimensione empatica, da sempre presente nella Danza è stata avvalorata dalla scoperta dei neuroni specchio. (v.Pubblicazioni)

 Ognuno si esprime nella direzione dell’autenticità e nell’accettazione dei cambiamenti possibili per sé e per l’altro. Questo rispecchiamento avviene sia nei momenti danzati che nel cerchio di condivisione.
              
Gli effetti della danzaterapia nelle parole degli utenti
Le persone dichiarano spesso di sentirsi profondamente cambiate, di uscire diverse, si chiedono con stupore come andrà la settimana a seguire. Raccontano:
“Il mattino al risveglio mi sentivo le cellule rinnovate ed il sangue che circolava meglio… era proprio un “sentimento degli organi”
“Al lavoro mi sentivo diversa, mi ritrovai inspiegabilmente a canticchiare, anche con i colleghi le relazioni si fecero come più leggere… sembrava che anche loro si fossero accorti..” ”… ma allora in realtà non c’è differenza tra spazio interno ed esterno!”
Il cambiamento di ognuno trova conferme negli altri, un paesaggio cangiante in un reciproco e continuo gioco di specchi. Cessa il processo mentale di auto-giustificazione e inadeguatezza, una barriera protettiva sì, ma quanto isolante!
Il setting della Danza Terapeutica è paragonabile a un giardino ove ogni radice trova spazio per crescere; a volte il terreno è un po’ duro, ma prima o poi è sempre possibile che si aprano spazi di consapevolezza. Nella  dimensione verticale, la persona si riconosce tramite tra Cielo e Terra e nella dimensione orizzontale entra nel gioco degli scambi tra sé e gli altri.
La qualità del movimento di ognuno si modifica e grazie al cambiamento della qualità di movimento si sciolgono tensioni e si aprono nuovi orizzonti.

 

danzaterapeuta e paziente
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