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Supervisioni individuali o in gruppo

su appuntamento elenacerruto@gmail.com

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Corso Professionale integrativo DMT APID®.

 

Si rivolge a danzaterapeute/i che hanno già esperienza pratica e documentata di DMT e hanno già frequentato corsi formativi in Danza/Arteterapie non riconosciuti APID® o percorsi non terminati.

Il numero di persone è limitato : 2 max 5 persone.

Ammissione: Colloquio e c.v. che viene valutato da Responsabile Didattica.

Obiettivo: portare studenti/esse al livello Professionale richiesto per essere ammesse al Registro Professionale APID®. (In seguito a discussione Tesi ed esame teorico/pratico) 

Corrispondente al livello di Terzo Anno delle Scuole di Formazione riconosciute APID®.

Durata: Percorso da novembre 2023 a giugno 2024 (ultimo intensivo 4/7 luglio).

 

Comprende:

 - 3 ore online Supervisioni e Lezioni di gruppo (teoria e pratica DMT, Processi e Funzioni simboliche, teoria e pratica del setting, note sulla bibliografia) ogni 15 gg. 

                                                                    TOT: 16 sessioni per un tot. di                                 48 ore

 

 - 2 seminari intensivi pratici di 36 ore ciascuno (4 giorni) a cura di Elena Cerruto 

in collaborazione con docenti Sarabanda.                                                                                72 ore

 

 - 2 stages (circa 16 ore) di altre Metodologie con Docenti APID®                                        16 ore*

 

 - Min. di 6 ore di Supervisioni Individuali con E. Cerruto                                                          6 ore

 

 - Min. 4 ore di Supervisione Individuale sulla Tesi con relatrice (APID®) di riferimento.    4 ore                                                       

 

L’approfondimento del setting tra Oriente e Occidente prevede inoltre una bibliografia completa specifica.

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Testo di base:

Cerruto, E., Metodologia e pratica della Danza Terapeutica, DanzaMovimentoTerapia tra Oriente e Occidente.

Edito da FrancoAngeli. Milano: 2018

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Si richiede: Documentazione dei tirocini.

Si fornirà lo schema della Tesi conforme alle normative APID®.

 

I diversi capitoli della Tesi verranno corretti e valutati sia via email che durante le Supervisioni.

 

Le studentesse e gli studenti si impegnano a svolgere le relazioni richieste durante il percorso e a documentare regolarmente il tirocinio di riferimento della Tesi.

Docenti e Tutor di Sarabanda  si impegnano se necessario a rileggere e aiutare nella compilazione delle schede di osservazione.

 

TOT 130 ore: di cui 16* non comprese nella quota in quanto da pagare direttamente alle Scuole che organizzano gli stages. Se gli stages sono stati già frequentati recentemente si richiede documentazione.

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Per saperne di più: guarda il sito di Sarabanda!

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SUPERVISIONI via Skype o Zoom.

su appuntamento: elenacerruto@gmail.com.

INDIVIDUALI O IN PICCOLI GRUPPI.

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Chi è la/il Danzaterapeuta: danzare per sé, danzare per gli altri


La/il danzaterapeuta è colui (spesso colei!) che, dopo aver vissuto come esperienza personale la DanzaMovimentoTerapia (“danzare per sé”), desidera prepararsi a far sì che altri possano a loro volta compiere un percorso di crescita, di riabilitazione, di cura. (“danzare per gli altri”).
Nella Danzamovimentoterapia (DMT) il canale della relazione d’aiuto è prevalentemente non verbale, la/il Danzaterapeuta deve essere dunque capace di danzare per gli altri, considerando danza ogni piccolo o grande gesto, parola o silenzio che faciliti il porsi in gioco dell’altro.

La specificità del percorso di formazione che Sarabanda, Scuola di Formazione in DMT APID, propone, considera come base la definizione e il profilo professionale della/del DMt APID®.

La DMT promuove l’integrazione fisica, emotiva e cognitiva della persona, la sua maturità affettiva e psicosociale, lo sviluppo del suo potenziale creativo.
Si denomina “Danzamovimentoterapeuta” (DMT) una classe di figure professionali operanti in campo clinico e/o socio-educativo, con funzioni di prevenzione, riabilitazione e terapia, per mezzo del linguaggio corporeo (danza e movimento) nelle sue valenze rappresentative, comunicative e simboliche.
 (APID®)

La/il danzaterapeuta:
Conosce il linguaggio corporeo, del movimento e della danza
conosce il processo creativo e le sue implicazioni sul piano emotivo, psicologico e cognitivo, con riferimento a differenti modelli teorici, agisce dette competenze con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche nei confronti del disagio sensoriale, motorio, psicologico, relazionale e sociale collaborando con le altre figure professionali deputate al suo trattamento
è in grado di formulare piani di intervento differenziati a seconda dell’utenza coinvolta, svolge la sua pratica in ambito pubblico e privato nel rispetto della deontologia professionale (APID®)


Questo profilo viene caratterizzato da ciò che a Sarabanda chiamiamo  “consapevolezza”, come viene sperimentata attingendo a concetti propri dell’Oriente sulla base di una millenaria cultura del Corpo-Mente
Per ciò che riguarda la Danza Terapeutica possiamo vedere come, seguendo  lo schema del Chörten, anche le qualità del Danzaterapeuta possano essere meglio colte grazie alla chiarezza dei 5 Elementi usati come griglia di osservazione.
Con riferimento alle linee guida del Chörten, alcune qualità del danzaterapeuta  possono essere così sintetizzate:

TERRA     come sapersi porre, CENTRATURA, ACCOGLIENZA
ACQUA     come sensibilità, ascolto, FLUIDITÀ/VERSATILITÀ, capacità di con-sentire, di com-muoversi
FUOCO     come creatività, sapersi porre, GENEROSITÀ
ARIA     come saper ridere, LEGGEREZZA, AUTOIRONIA
VUOTO     come non fare (Wu Wei), capacità di viaggiare nelle qualità dei 5 elementi, LIBERTÀ.

Si richiedono alla/al danzaterapeuta competenza e sensibilità ma soprattutto pazienza, umiltà, fiducia.
In questo senso  il farsi  Vuoto del terapeuta  permette l’accoglienza e  il non giudizio.
Iniziamo a scorrere dall’Elemento VUOTO, sul quale mi soffermo un po’ di più, considerandolo in questo caso come il grembo delle possibilità da cui gli stessi altri Elementi hanno origine, poi proseguiremo scendendo ad incontrare le qualità di limite e radicamento della terra, passando attraverso Aria, Fuoco, Acqua
Wu Wei, l’agire senza agire, è un’espressione che possiamo trovare  nel Tao Te King, il Libro della Via e della Virtù, testo fondamentale del Taoismo: «vuole semplicemente dire che niente emana dall’io.»
La/il danzaterapeuta è tenuto dunque a non intervenire ma a con-sonarsi con le possibilità che si aprono per ognuno, è un accordarsi, un armonizzarsi per poter essere semplicemente un ponte, un tramite. Non agisce forzando ma è in grado di predisporre il terreno dentro e fuori di sé.
Ciò gli dà quell’autoironia dell’ARIA che gli fa creare un clima di lavoro che non pesa, il danzaterapeuta non si attacca a nulla in particolare,  sa sorridere con ironia ma anche con tenerezza.
Del FUOCO ha la generosità del dare e del darsi, mettendosi in gioco.
Il Fuoco gli fa anche vedere colori e sfumature, e lo aiuta a porsi in modo determinato e centrato.
L’ACQUA è la sua alleata nelle specchiature, lo porta nel profondo della emozioni, ma il limite del suo coinvolgimento è necessariamente dato dalla Terra.
TERRA è presenza per sé e per gli altri, è fondamentalmente la capacità di accogliere nei limiti corretti della sua figura professionale.
Terra è la precisione con cui definisce le regole del setting, è radicamento e centratura.

Personalmente, amo assimilare  la figura del danzaterapeuta a quella di un giardiniere, un giardiniere che prepara la Terra  e offre l’Acqua secondo le sue possibilità; sa che il calore del sole necessario non dipende da lui, e nemmeno può controllare i venti, ma guarda il suo giardino con rispetto affettuoso, egli può rimuovere talvolta ostacoli che vengono dai condizionamenti, come piccoli sassi che intralciano la spinta delle radici e può chiedere l’aiuto a buoni concimi come la musica o i materiali.

La/il terapeuta è presente al proprio vissuto e solo così può imparare a fare spazio all’altro; una volta accettate le proprie emozioni, esse trovano la loro giusta collocazione. Esse possono divenire addirittura uno stimolo per il lavoro ed acquisire una dimensione centrante. A questo punto lo spazio si fa da sé: dallo stato di presenza del/la terapeuta deriva la capacità di accogliere. 

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